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BIOGRAPHY

TONY GIRANI

La vita è un’opportunità che deve essere vissuta.
Questo penso sia in fondo la mia essenza. Un insieme di emozioni che hanno come filo portante la musica. Con il comun denominatore che è la musica. Quarantadue anni compiuti e continuo a sognare. Dicono che i sogni siano cosa da bambini. Che quando uno diventa maggiorenne deve affrontare la realtà e lasciarli da parte. Io dico di no. Che preferisco essere un bambino, perché sognare non ha limiti, ne impedimenti, ne ostacoli. Uno fa i sogni a propria misura, e niente e nessuno può intromettersi.

Credo nella gente che sogna. Perché i sogni sono infiniti. Credo nella gente capace di muovere il mondo, con gli occhi chiusi, anche solo per un istante, modificandolo con la sua fantasia. 
Una volta avevo un sogno: vorrei essere un musicista. Non cercavo spiegazioni. Questo era il mio sogno. Sufficiente. Ogni notte scrivevo una canzone e suonavo la chitarra, dormendo. Non mi importava che qualcuno mi ascoltasse. Questo era il mio sogno e nessuno poteva privarmene. E arrivò un giorno in cui pensai che questo sogno potesse diventare realtà. Dove stava il confine? Ci scommessi. Senza niente da perdere. Se la cosa andrà bene, bene. Altrimenti... continuerò a sognare! Perché alla fine e all'inizio, chi poteva negarmelo? 
Ogni volta che sogno, scrivo una canzone. Ed ogni volta che la suono, sogno. Le mie canzoni sono per la gente che ha paura di sognare... o che ha paura di convertire i propri sogni in realtà. Perché che lo ottengano o meno, quello che vale è averci provato... sempre.

La musica è qualcosa che fa sognare, fa soffrire, fa innamorare, fa emozionare. Che accompagna la tua vita in ogni momento. Non c’è niente di calcolato. E’ tutto quello che deve venire fuori da te. E per me è stato così. Non ho mai amato la musica per ragazzini, neanche quando ero bambino.

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Mi piace la musica delle origini, la musica che trasmette emozioni. Ogni volta che prendo in mano la chitarra, mi confronto con qualcosa di nuovo, che stimola il mio interesse. E assorbe i miei pensieri. Lo è stato e lo è per la musica nera. Per il reggae, il rock’n’roll, il rythm’n’blues, la bossa nova, il jazz, il latin-rock. E, soprattutto, il blues. Sono stato un bambino calmo, timido, solitario, spesso introverso e molto determinato nel perseguire gli obiettivi nell’apprendimento musicale. Ricevetti in regalo la mia prima chitarra da mio fratello. Avevo 6 anni. Era il Natale del 1983. Poi le prime lezioni. Imparare la chitarra si rivelò tanto difficile quanto abbandonarla. Solo alla maggiore età decisi di intraprendere un corretto studio dello strumento. Chiuso in camera, accendevo il registratore e iniziavo a imitare i grandi maestri, cercando di applicare le prime scale collegate alle canzoni. Insieme con gli amici ci trovavamo in diverse situazioni a improvvisare, a vederci le star del nostro piccolo mondo. Ricercavamo i dischi appena pubblicati e cercavamo di farli nostri. E da lì iniziava il viaggio verso le origini. Per capire come mai i nostri idoli suonassero così. Ascoltare quello che loro ascoltavano. Studiare la loro storia per capire il loro modo di esprimersi. I loro suoni e i loro gusti musicali. Le loro influenze che diventavano sempre di più le nostre.

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Nel 1990 ebbi la fortuna di fare un viaggio in Jamaica. Tutta l’isola cantava Bob Marley. Per me era così strano, abituato com’ero ad ascoltare liscio e musica popolare. Tornato a casa, mi recai nel negozio di fiducia e comprai la prima cassetta di Bob Marley, Legend. Fu stupendo. Qualcosa di così lontano dal mio mondo ma altrettanto vicino in termini di sogni e di atmosfere. Imparai a capire la musica, capire l’autore, tentare di imitare. Un giorno scoprii nello stesso negozio una raccolta di Clapton. Avevo sentito parlare di quest’uomo con la barba che suonava blues. Notai che tra le canzoni era presente “I Shot The Sheriff”, brano di Marley. L’acquistai…fu l’inizio di una dipendenza che dura ancora oggi.

Passione e determinazione. Credo che siano questi gli elementi base del mio rapporto con la musica e con la vita. E amore. Un giorno dopo uno dei miei primi viaggi in America Latina, raccogliendo le emozioni prendo la chitarra e provo a trasformare ogni singolo aspetto in note. E ogni giorno, ogni momento, qualcosa di nuovo.

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Nel 2005 il mio primo viaggio a Cuba. Quell’isola così isolata dal resto del mondo mi affascina. La gente, i sorrisi, i sogni “bloccati” di quel popolo. E come per magia mi ritrovo alla Tasca, locale dove poco tempo prima qualcun altro passò e si innamorò della tremendisima mulata.  La Flaca non era solo di Jarabe De Palo, ma ormai era entrata nel mio cuore.

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Inizia così il progetto FourPointOne e le registrazioni dei primi brani. 4.1, un ciclo, un’alternanza di fatti, di esperienze, di sensazioni ed emozioni che sono destinate a ripetersi senza nessun nesso logico. Un cocktail di energie che porta a trovarsi in situazioni simili, a vivere periodi meravigliosi e gioiosi, a incontrare persone che riescono a cambiarti la vita facendoti apprezzare parti del tuo mondo di cui non ne eri a conoscenza o che volevi nascondere per la sola paura di affrontare. E quando poi arrivano inevitabilmente periodi più cupi, bui, e che ti sembrano non voler finire mai, trovi una piccola stella che riesce a illuminare l’universo che vive e continua a camminare intorno a te.
FourPointOne sta per “uno ogni quattro”, o “il primo dei quattro”.
Rappresenta un tentativo di limitare il tempo, di mettere delle pause alle situazioni con la certezza che si ripeteranno. Prima o poi. Uno ogni quattro. Nelle loro particolarità. Nelle loro esclusività.

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Nel 2006 mi avvicino musicalmente e, per caso, al sound sudamericano. Conosco vari interpreti e protagonisti della scena brasiliana. Apprendo la musica popular brasileira (mpb) e inizio a diffondere i miei progetti nei locali e sulla stampa che porterà di lì a poco all’uscita di Through My Life.

Nel 2013 ritorno nell’isola cubana dopo anni di assenza.  Conosco un gruppo di musiciste, Las Covarrubias Son con le quali negli anni seguenti giriamo mezza isola suonando in ogni tipo di locale. Il loro sound è trascinante, coinvolgente. Nel 2015 nascono così Tu Como Estas, poi Chica Latina e You Get Me High Tonight.

Nel 2019 esce Catch Me! (If You Can), un insieme di canzoni dedicata all’amore impossibile. O solo semplicemente vietato.

La testa si riempie di idee e il cuore continua a emozionarsi. Fantastico!

 

Tony

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